Reflex_Voiglander_Vito_C_Frontale_0

Caratteristiche Tecniche

Anno presunto di presentazione 1950-60
Lente di alta qualità “Voigtlander Lanthar” con focale di 50mm
Diaframma con aperture da f/2.8 a f/22
Obiettivo 50mm f/2.8 Skopar
Otturatore centrale lamellare “Pronto” con tempi di scatto da 1/30sec. a 1/250 sec. più la posa B
Autoscatto
Slitta per flash esterno
Possibilità di comando a distanza dell’otturatore

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Voigtlander è uno dei marchi della fotografia più antichi al mondo insieme a Zeiss e Leica, ed ha un ruolo di primo piano nella storia della fotografia.

Creata a Vienna nel 1756, l’azienda prese il nome dal suo fondatore, Johann Christoph Voigtländer, e produsse inizialmente strumenti ottici, destinati in particolare a microscopi e ad altre apparecchiature scientifiche.

Tra le prime realizzazioni gli obiettivi di tipo Petzval, a altri destinati a diventare famosi, come ad esempio il Collinear e l’Heliar. Nel 1840 costruì la prima lente per macchine fotografiche, mentre nel 1841 venne messo a punto il primo dagherrotipo interamente in metallo. Produsse successivamente macchine a lastra, costruite in modo praticamente artigianale.

Nel 1849 la sede venne trasferita a Braunschweig, in Germania, dove poco dopo nacque la Voigtländer & Sohn. Nel 1925 venne acquistata dalla Schering AG. In seguito la Voigtländer orientò la produzione verso apparecchi fotografici accessibili a tutti, e questo le consentì di rimanere fra i leader del mercato fin dopo la Seconda guerra mondiale.

Nel 1956 fu comprata dalla Carl Zeiss Foundation, prendendo il nome di Zeiss Ikon Voigtländer. Nel 1973 il marchio divenne di proprietà della Rollei fino alla crisi del 1982, per passare nel 1990 alla giapponese Cosina e infine nel 1999 alla tedesca Ringfoto& Co. Alfo Marketing KG.

La Voigtlander di mio padre con una la sua focale da 50mm riusciva a scattare in condizioni di luce abbastanza critiche sfruttando l’apertura del diaframma sino a f/2.8. I tempi partivano da 1/30 sec. sino a raggiungere 1/250 sec. (più la classica posa B “Bulb”).
Utilizzare lo straordinario autoscatto meccanico era per me quasi un piccolo evento da sfruttare con parsimonia. Ascoltando il suo “ronzio” sembrava già di volare nel futuro.

La produzione del modello Vito risale al 1939, con i primi modelli a soffietto, e dal 1954 si passò al corpo rigido con la “Vito B”. La produzione della Vito è continuata fino al 1971, anno in cui purtroppo l’aziendà entrò in crisi e scomparve dal mercato.

Il modello C appartiene alla terza generazione della Vito e raccoglie con successo l’eredità dei modelli precedenti.
Si tratta di una macchina dal corpo compatto ma solido e pesante. Semplice da capire e da usare ma anche caratterizzata dalla eleganza inconfondibile di tutti i modelli della casa. In particolare, il modello “Deluxe”, si differenzia dal modello standard per il pulsante di scatto di colore nero e l’anello rivestito in pelle alla base del corpo obiettivo.
La meccanica è tra le più silenziose in assoluto mentre l’ottica è rinomata per la straordinaria qualità fotografica e per i colori particolarmente saturi che solo le ottiche Voigtlander sapevano dare.

Non sottovalutate questa macchina lasciandovi ingannare dal suo aspetto semplice. Non si tratta di una delle tante compatte a lente fissa ma di un vero gioiello. Posso assicurarvi che poche macchine, reflex comprese, riescono a eguagliare la nitidezza d’immagine e la brillantezza dei colori delle lenti Voigtlander.